Licenziamento Dipendente che Crea Tensioni

Il lavoratore che crea tensioni in azienda può essere licenziato per giusta causa: questa la decisione presa dalla Sezione Lavoro della Cassazione con il provvedimento giurisdizionale numero 17435/2015, che ha respinto il ricorso di un ex dipendente di un’impresa farmaceutica, contrario alla decisione presa dalla Corte d’appello di Roma confermante la ragionevolezza del congedo inflittogli dalla titolare dell’azienda per i suoi atteggiamenti inappropriati.
 
A detta del magistrato, la domanda del richiedente andava rigettata, in quanto, le accuse a suo carico di cattiva condotta in orario di servizio e di trasgressione delle norme legislative relative a trasporto, deposito e vendita dei medicinali, oltre a non essere mai state confutate dal dipendente, sono addirittura state giustificate dallo stesso spiegando che si trattava di semplici reazioni al comportamento genericamente persecutorio dimostrato nei suoi confronti dalla società.
 
Anche se, sempre secondo l’ex collaboratore, le tensioni da lui causate durante il periodo di attività lavorativa non avrebbero in alcun modo dovuto portare al licenziamento (perché le drastiche misure adottate dall’azienda sarebbero da considerarsi come assolutamente eccessive rispetto all’entità delle sue azioni), per la Cassazione il verdetto di proporzionalità della sanzione regolarmente motivato dal giudice di merito basterebbe invece a provocare l’allontanamento del soggetto dall’ambiente di lavoro.
 
Per dare conferma definitiva alla decisione presa, la Corte d’appello ha anche esaminato la legittimità del licenziamento per giusta causa prendendo in considerazione il rispettivo Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, nel quale viene espressamente ribadita la possibilità di procedere con l’esonero senza preavviso del dipendente in presenza degli atteggiamenti contestati nella casistica in questione. A seguito di ciò, l’ex lavoratore non ha vinto il ricorso ed è anche stato condannato alle spese.

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